
I coglioni, si, e lo ribadisco sottolineando volutamente il linguaggio scurrile.
Sono schifato per le ultime notizie provenienti dal Tour de France culminanti con la “non positività” all’EPO per Riccardo Riccò.
La prima reazione è quella di delusione per le illusorie prestazioni dello scalatore modenese.
La seconda è il rammarico per il prevedibile calo di folla a Prato Nevoso (arrivo della 15.a tappa).Cosi “la massa” potrà continuare a credere in uno sport poco seguito.
La terza è la rabbia per la consueta spettacolarizzazione del fenomeno doping nel ciclismo.Specialmente al Tour de France.
Mi sento sicuramente tradito dal mio sport preferito, ma sono più incazzato per quello che ruota attorno.
E’ ormai ovvio che si voglia dare la mazzata definitiva a questa attività, traviando “l’uomo medio” e deludendo i tifosi.
Una strategia cominciata il 5 giugno 1999 a Madonna di Campiglio con l’accanimento verso un uomo pelato finito prematuramente nel cimitero di Cesenatico.Perseguitato perché capace di dare troppe emozioni alla gente distogliendola dalla quotidianità “pilotata”.Giorno dopo giorno sono sempre più convinto di questa teoria.
Esiste il doping nel ciclismo?
Certamente si, ma allo stesso tempo è lo sport più “pulito” o comunque quello che combatte maggiormente questa frode.
Solo che fa comodo sbandierare ogni caso, perquisire gli alberghi con modi e tempi barbari, portare in gendarmeria i corridori, seguire morbosamente ogni sviluppo, non avere un metro di giudizio uguale per tutti…
Non mi va neanche più di tirare in ballo gli altri sport, soprattutto uno.
Solo che mi sento veramente schiavo di Procure, Magistrature, Gendarmerie e mass media venduti.
Deluso dalla classica mitezza degli altri appassionati i quali, malgrado tutto, sono costretti a rimanere in silenzio.
Questo mi fa sorgere una domanda.
Quanti di quei tifosi assiepati sul Mortirolo rimpiangono il non aver bloccato la corsa il 5 giugno 1999? Forse “qualcuno” si prendeva un po’ di paura e la storia del ciclismo (e di Marco) cambiava.
Scusate l’ “annebbiata” reazione a caldo, ma certe idee le suggerisce uno sport sovente ostaggio degli Ultras.
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