
Questa è difficile….
Tema: I confini della " libertà".
La prima cosa che mi viene in mente è un bambino.
Un po’ per le concessioni omaggio dell’età, un po’ per certe illusioni fanciullesche. Parlo dei bambini di un tempo, forse l’attualità ci consegna un’infanzia più “adulta”.
Nella mia memoria esistono frammenti di come da piccoli si volesse cambiare il mondo, di come le regole ci stessero strette e la parola “libertà” ci facesse pensare a nuovi positivi orizzonti.
La "libertà".
Sapreste dare una definizione a questa parola? Il dizionario mi dice che rappresenta l’essere “libero”, cioè il non essere soggetto all’altrui autorità ed il poter agire senza subire costrizioni morali e materiali. Più tutta una serie di sfumature filosofiche.
Non mi basta.
Non sono un rivoluzionario, ma vivo a contatto con uomini “liberi”. I NUOVI “liberi”.
Ed allora negli ultimi tempi sento il bisogno di qualcuno che tuteli la MIA libertà.Che mi spieghi perché i NUOVI “liberi” debbano avere il sopravvento sulla mia “vecchia” concezione di“libertà”.Che metta, se necessario, dei paletti a questa NUOVA libertà.
Possibile che oggi non si tuteli il sottilissimo margine tra la libertà di un uomo ed il contemporaneo soccombere emotivo di un altro?Libertà tua, disagio mio…
Credo che ormai le libertà fondamentali dell’uomo (almeno dalle mie parti) siano garantite. Perché questo eccesso di permissivismo?
E soprattutto…cos’è questo spadroneggiare da parte di individui “controcorrente”?
Omosessuali, atei, no global e via discorrendo.
Non bastava il “poverino” o l’“abbiamo le mani legate” di fronte a delinquenti di ogni razza e specie.Ora abbiamo pure il tripudio dell’”alternativo”.
Un razzismo al contrario in cui l’individuo eterosessuale, mediamente credente che si beve una Coca Cola cercando una discreta dignità si deve sentire banale, bigotto, “fighetto” e schiavo dei padroni.
Ma stiamo scherzando?
Quello che fino a pochi anni fa non dava fastidio ora “urta la sensibilità”.
Io mi sento “diverso” (complessi emotivi a parte, lo sono) perché ho un occhio più piccolo dell’altro.Perchè un omosessuale deve enfatizzare la sua condizione? Niente caccia alle streghe, ma neanche classificazione alla voce “normalità”.Niente diagnosi di “malattia” e “contagiosità”, ma saggia definizione di “contro natura” ed “equivoco per la crescita infantile”
Perché negli ultimi tempi un ateo deve sentirsi in dovere di far rimuovere crocifissi, fare della bestemmia uno slang trendy, essere irritato per una visita papale? Spesso la controparte non lo obbliga a sentire discorsi contrari, il mondo è pieno di oggetti ed immagini in cui non ci identifichiamo e nessuno lo obbliga ad udienze pontificie.
Perché una minoranza organizzata e violenta deve essere “contenuta ma non repressa” dalle forze dell’ordine? Sono sempre indignato di fronte ad un branco di disadattati che devasta città, danneggia il privato cittadino, affronta ed irride la Polizia e poi si lamenta se si prende quattro sacrosante mazzate.Chi li difende vada con loro a vedere la vera repressione…
E poi…non sono loro i “selvatici” e “fuori dal mondo”, ma il cittadino medio ad essere “servo del potere”!!! Roba da matti!
Ce ne sarebbero tanti di esempi, ma su tutti una domanda…
Chi è che veramente vuole soffocare la “libertà” e si sente sempre dalla parte del giusto?Chi è che con frustrazione e comportamenti infantili cerca per primo di condizionare il diritto di pensiero altrui? Forse lo sapremo presto…
Tema: I confini della " libertà".
La prima cosa che mi viene in mente è un bambino.
Un po’ per le concessioni omaggio dell’età, un po’ per certe illusioni fanciullesche. Parlo dei bambini di un tempo, forse l’attualità ci consegna un’infanzia più “adulta”.
Nella mia memoria esistono frammenti di come da piccoli si volesse cambiare il mondo, di come le regole ci stessero strette e la parola “libertà” ci facesse pensare a nuovi positivi orizzonti.
La "libertà".
Sapreste dare una definizione a questa parola? Il dizionario mi dice che rappresenta l’essere “libero”, cioè il non essere soggetto all’altrui autorità ed il poter agire senza subire costrizioni morali e materiali. Più tutta una serie di sfumature filosofiche.
Non mi basta.
Non sono un rivoluzionario, ma vivo a contatto con uomini “liberi”. I NUOVI “liberi”.
Ed allora negli ultimi tempi sento il bisogno di qualcuno che tuteli la MIA libertà.Che mi spieghi perché i NUOVI “liberi” debbano avere il sopravvento sulla mia “vecchia” concezione di“libertà”.Che metta, se necessario, dei paletti a questa NUOVA libertà.
Possibile che oggi non si tuteli il sottilissimo margine tra la libertà di un uomo ed il contemporaneo soccombere emotivo di un altro?Libertà tua, disagio mio…
Credo che ormai le libertà fondamentali dell’uomo (almeno dalle mie parti) siano garantite. Perché questo eccesso di permissivismo?
E soprattutto…cos’è questo spadroneggiare da parte di individui “controcorrente”?
Omosessuali, atei, no global e via discorrendo.
Non bastava il “poverino” o l’“abbiamo le mani legate” di fronte a delinquenti di ogni razza e specie.Ora abbiamo pure il tripudio dell’”alternativo”.
Un razzismo al contrario in cui l’individuo eterosessuale, mediamente credente che si beve una Coca Cola cercando una discreta dignità si deve sentire banale, bigotto, “fighetto” e schiavo dei padroni.
Ma stiamo scherzando?
Quello che fino a pochi anni fa non dava fastidio ora “urta la sensibilità”.
Io mi sento “diverso” (complessi emotivi a parte, lo sono) perché ho un occhio più piccolo dell’altro.Perchè un omosessuale deve enfatizzare la sua condizione? Niente caccia alle streghe, ma neanche classificazione alla voce “normalità”.Niente diagnosi di “malattia” e “contagiosità”, ma saggia definizione di “contro natura” ed “equivoco per la crescita infantile”
Perché negli ultimi tempi un ateo deve sentirsi in dovere di far rimuovere crocifissi, fare della bestemmia uno slang trendy, essere irritato per una visita papale? Spesso la controparte non lo obbliga a sentire discorsi contrari, il mondo è pieno di oggetti ed immagini in cui non ci identifichiamo e nessuno lo obbliga ad udienze pontificie.
Perché una minoranza organizzata e violenta deve essere “contenuta ma non repressa” dalle forze dell’ordine? Sono sempre indignato di fronte ad un branco di disadattati che devasta città, danneggia il privato cittadino, affronta ed irride la Polizia e poi si lamenta se si prende quattro sacrosante mazzate.Chi li difende vada con loro a vedere la vera repressione…
E poi…non sono loro i “selvatici” e “fuori dal mondo”, ma il cittadino medio ad essere “servo del potere”!!! Roba da matti!
Ce ne sarebbero tanti di esempi, ma su tutti una domanda…
Chi è che veramente vuole soffocare la “libertà” e si sente sempre dalla parte del giusto?Chi è che con frustrazione e comportamenti infantili cerca per primo di condizionare il diritto di pensiero altrui? Forse lo sapremo presto…
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